Una delle preoccupazioni più sentite dai genitori è sicuramente quella di riuscire a trovare lo sport adatto per i propri figli fin da piccoli.
Mens sana in corpore sano è la definizione perfetta per descrivere il benessere fisico e mentale che può dare uno sport, e questo vale soprattutto per i più piccoli, aiutati grazie all’attività sportiva a sviluppare le capacità di coordinazione, motorie e di interazione sociale.
Tutti sono alla ricerca dello sport “completo” anche se, in realtà, nessuno lo è in assoluto.
Ma allora, come fare a scegliere quello giusto?
Prima di tutto bisogna capire e rispettare le attitudini del bambino…cosa gli piace fare!
L’errore più comune è quello di dimenticarsi dei desideri dei più piccoli e obbligarli a svolgere un’attività dove il bambino non si sente a suo agio, il che può risultare deleterio, o in cui non si sente coinvolto.
Il primo approccio dei bambini al mondo dello sport è rappresentato dal gioco. L’organizzazione mondiale della sanità sostiene che per crescere sani in corpo e spirito i bambini dovrebbero giocare ALMENO un’ora tutti i giorni.
Questo perché durante i giochi vengono continuamente sollecitate le capacità intellettive e strategiche, come l’attenzione, l’osservazione, la comprensione, la memoria, la capacità di risolvere problemi; tutte capacità che servono sia a scuola che sui campi sportivi, così come nelle future attività lavorative.
Il CONI , prevede che nella fascia d’età compresa tra i 5 e i 7 anni (periodo in cui il bambino mostra interesse verso lo sport), l’attività sportiva sia orientata a fini “fisico-formativi”, soffermando l’attenzione su quattro punti, che descrivono le caratteristiche ed i bisogni dei bambini:
1. Il fattore auxologico:
Tra i 5 e i 6 anni nel bambino c’è il primo allungamento, che consiste in una spinta in lunghezza che interessa soprattutto l’apparato osseo, più che quello muscolare e che si incentra soprattutto nelle gambe.
2. Il fattore psicologico-sociale:
Non è possibile riassumere in modo preciso le caratteristiche psicologiche dei bambini di questa fascia di età, perché vi sono sensibili differenze fra ciascuna fase della crescita.
3. La strutturazione delle attività basilari di moto:
Il bambino attraversa un processo di evoluzione neurofisiologica definito “lateralizzazione”, cioè la divisione del lato del controllo nervoso delle due metà del corpo. Senza ciò non si è in grado di compiere efficacemente dei gesti sportivi.
4. Le modalità di apprendimento:
Occorre considerare che non sempre l’apprendimento motorio per imitazione è proficuo e redditizio per il bambino. L’allievo, infatti, può eseguire i gesti motori solo se precedentemente è stato posto in grado di avere imparato esperienze motorie più semplici ed elementari.
L’attività sportiva ideale, dunque, è quella che viene organizzata tenendo conto di questi quattro fattori, che miri allo sviluppo del bambino, delle sue effettive capacità e che sia gestito da istruttori all’altezza.
Altro aspetto fondamentale sono le visite mediche.
E’ molto importante che venga controllato lo stato di salute generale del bambino prima di iniziare qualsiasi attività sportiva, in particolare il medico deve accertarsi che il bambino non sia affetto da disturbi all’apparato cardiocircolatorio o motorio.
Quando si pratica sport in modo ludico è sufficiente il certificato del pediatra, ma se l’attività è più impegnativa o se un ragazzino è iscritto a una società sportiva è necessaria la visita del medico specialista.
Ricordate quindi che lo sport è fondamentale per la crescita dei vostri bambini, fate in modo che pratichino delle attività adatte a loro ma che, soprattutto, si DIVERTANO!